NeonatoUn documento della Conferenza Stato-Regioni prevede l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale per i figli degli immigrati senza permesso di soggiorno.

D’ora in poi non sarà più una concessione, ma un diritto sancito per legge. Per i minori stranieri figli di immigrati privi di permesso di soggiorno, l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale diventa obbligatoria. Assistenza e cure che si estendono anche alle donne straniere in stato di gravidanza, per le quali viene è previsto un permesso di soggiorno fino a quando il bambino non avrà compiuto un anno. E’ quanto prevede un documento approvato alla Conferenza Stato-Regioni, e al quale si aggiunge lo stanziamento da parte del ministero della Salute di un fondo di 30 milioni di euro da destinare alla salute degli immigrati irregolari. «In questo modo – ha spiegato il ministro per la salute Renato Balduzzi – si concretizza l’articolo 32 della Costituzione, perché nessuno sia escluso dai percorsi assistenziali in un’ottica di equità e di giustizia».
Se si pensa ai tempi in cui la Lega tentò di vietare anche l’assistenza del pronto soccorso agli immigrati irregolari, il passo in avanti non è da poco. Fino a oggi, infatti, era previsto che il figlio di un immigrato irregolare potesse essere curato ma senza un riconoscimento ufficiale all’interno del Sistema nazionale sanitario. Il che, ad esempio, implicava l’impossibilità per il piccolo di essere seguito con continuità da parte di un pediatra. Una realtà mandata adesso in soffitta dall’accordo della Conferenza Stato-Regioni, che prevede massima assistenza ai bambini e un permesso di soggiorno fino a un anno di età del bambino per la donna immigrata incinta (adesso una volta che il piccolo è arrivato a se mesi viene espulso insieme alla madre). «Si è dovuto raccogliere in un unico strumento operativo le disposizioni nazionali e regionali relative all’assistenza sanitaria agli immigrati – ha spiegato Balduzzi – anche al fine di semplificare la corretta circolazione delle informazioni tra gli operatori sanitari, poiché sul territorio è stata riscontrata una difformità di risposta in tema di accesso alle cure da parte della popolazione immigrata, che può essere in contrasto con l’articolo 32 della Costituzione».
In base a quanto previsto dalla legge Turco-Napolitano sull’immigrazione, hanno infatti diritto a iscriversi al Servizio sanitario nazionale solo gli immigrati regolari. Pe tutti gli altri è previsto solo l’accesso alle «cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti ed essenziali per malattia o infortunio». Questo pur garantendo la tutela della gravidanza e della maternità.
Secondo l’Istat i minori stranieri residenti in Italia sono 932.675, dei quali 573 mila sono nati nel nostro paese. Nessuna cifra, invece, per quanto riguarda gli irregolari. «E’ molto difficile, se non impossibile, stimare il numero dei minori stranieri irregolari presenti in Italia», spiega l’associazione Save the children. «Queste cifre non esistono perché si tratta di bambini e ragazzi ‘invisibili’, che ufficialmente non risultano. Ma l’accordo che estende l’iscrizione obbligatoria al Servizio sanitario nazionale a tutti i minori stranieri, anche quelli senza permesso di soggiorno, è molto importante».

Leo Lancari
Il manifesto 3/1/013

IMMIGRATI – Balduzzi: «Così si rispetta la Costituzione»