MatitaL’attentato alla redazione Charlie Hebdo.   Un fatto molto grave che non ci può essere estraneo. Tutti i media hanno approfittato per dare il massimo di risalto sfruttando ed accentuando la grande emozione popolare; così cole le prese di posizione del mondo dei politicanti.

Dire la nostra, quando c’è un gran parlare inconsulto e pieno di pregiudizi, ci tocca e ci compete, non per fare comunicati ma per spiegare l’ipocrisia delle mille parole che piangono alla libertà di stampa e di satira, alla democrazia violata, … alle morti per mano fascista.

E ancora … ancora, il dolore, la violenza, i migranti, .. la pena di morte, … io sono francese, je suis Charlie, …

Il dovere della nostra consapevolezza è continuare a rivendicare il diritto alla Vita.

Noi siamo pakistani, afgani, siriani, kurdi, israeliani, … noi siamo mussulmani, copti, cristiani, …

Noi siamo contro le guerre, le violenze, le invasioni, le rapine, i soprusi, lo sfruttamento, …

Noi siamo contro le ingiustizie, i razzismi, i fascismi, …

Noi siamo per le libertà, l’autodeterminazione, i diritti universali, l’uguaglianza, …

I 12 morti si spiegano per la violenza assunta a metodo di vita, al fanatismo esasperato ed esasperante il “personale” diritto di giustizia.

Le centinaia di migliaia di morti per “mancato bersaglio” si spiegano per la violenza assurda, esasperata ed esasperante per la “democrazia” e il predominio del potere economico e militare

E ancora … ancora, spieghiamo questa “umanità” che piange sulle “carrette” di mare, folgorata sui muri e recinti, … ribelle per “giustizia”.

I “nostri” studenti hanno pianto i loro morti, hanno attraversato (mari e recinti) “muri” proibiti e sono “liberi” clandestini della “democrazia” che continua a condannarli alla loro miseria.

Tutto questo ci compete senza soluzione di continuità, come persone migranti che ricercano giustizia e libertà e lottano per i diritti universali,

Siamo contro ogni violenza, forme di fanatismo: religioso, razzista, fascista, guerrafondaio, …, ma anche dell’indifferenza e dell’apatia che alimentano ingiustizia e morte.

A tutti noi compete una diversa umanità che pone la Vita a premessa delle relazioni personali, sociali, economiche.

Per questo insegniamo e impariamo una nuova lingua per rendere comprensibile e universale la fratellanza.

Per questo siamo presenti dentro e fuori la scuola: per comprendere e praticare la diversità e il valore dell’essere parte e partecipe dell’universale umanità che rispetta, difende e lotta per il diritto all’esistenza di ogni essere vivente.