La cittadinanza non si concede. Si costruisce.
Ogni giorno, nelle nostre scuole di italiano per migranti, incontriamo persone che fanno il loro dovere: imparano la lingua, studiano, lavorano, crescono i figli, rispettano le leggi. Sono parte viva della nostra comunità.
Chi è nato o cresciuto qui, chi parla italiano meglio di tanti, chi si sente italiano in tutto tranne che nei documenti, non può più essere considerato uno straniero.
Il referendum di giugno ci riguarda tutti: si vota per un’idea di Paese secondo la Costituzione, per la sua crescita economica, sociale, demografica.
Noi vogliamo un’Italia che riconosca chi c’è, chi partecipa, chi la costruisce. Un’Italia giusta, inclusiva, che dia diritti a chi si prende le responsabilità.
Noi diciamo SÌ. Senza tentennamenti.
Perché chi è cittadino nei fatti deve esserlo anche per legge.