saluteUn accordo tra Stato e Regioni estende il diritto all’assistenza sanitaria a tutti i migranti. Ma ora le Regioni devono recepirlo nelle proprie leggi.

Anzitutto, è bene chiarire che non c’è nessuna “nuova legge” in arrivo. Il documento si limita a definire una specie di «interpretazione autentica» delle leggi esistenti. Già, perché l’Italia avrebbe – il condizionale è d’obbligo, e tra poco vedremo perché – una delle normative più avanzate d’Europa.  Il Sistema Sanitario Nazionale (Ssn) garantisce le cure a tutti i cittadini senza distinzioni: in altri paesi esistono invece forme di assicurazione obbligatoria che di fatto escludono i meno abbienti.

Per quanto riguarda gli stranieri, i residenti con regolare permesso di soggiorno sono trattati come i cittadini italiani: si iscrivono al Ssn, hanno il medico di famiglia e accedono a tutti i servizi ospedalieri (pronto soccorso, ricoveri, chirurgia ecc.).
Ma anche i migranti irregolari godono di diritti molto estesi: pur non potendosi iscrivere al Ssn, hanno accesso alle cure “urgenti o comunque essenziali”.

I migranti irregolari, dunque, possono andare al Pronto Soccorso quando sono in pericolo di vita (“cure urgenti”). Ma usufruiscono anche delle terapie “essenziali”: dai servizi di prevenzione alle vaccinazioni, dall’assistenza alle donne in gravidanza alle terapie continuative, dai ricoveri ospedalieri alla chirurgia. Quasi tutto, insomma.

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http://www.corriereimmigrazione.it/ci/2013/01/quando-ce-la-salute/