24h senza di noi!
Appello per un 1° Marzo contro i confini e la precarizzazione

 

L’Europa è governata da uno stato d’emergenza permanente: controlli ai confini filtrano gli ingressi dei migranti che arrivano ogni giorno secondo criteri sempre più restrittivi, in maniera sempre più indiscriminata.

Lo stato di emergenza istituzionale e sociale è una parte integrante dell’austerity europea e del governo della mobilità. Migranti, rifugiati, così come precari, operai e disoccupati vivono in uno stato di profonda crisi sociale: i diritti sono brutalmente sotto attacco, il welfare viene smantellato e i confini sono usati come strumenti di esclusione e/o di inclusione selettiva e di sfruttamento.

C’è di sicuro qualcosa come un «noi» e un «loro» oggi in Europa, tra coloro che sono sfruttati e coloro che sfruttano, tra coloro che si muovono per cercare una vita migliore e coloro che organizzano muri, barriere e confini.

Questo è lo «stato d’emergenza» a cui vogliamo porre fine.

Il primo marzo 2016 mostreremo concretamente che è possibile superare gerarchie e divisioni unendosi dalla parte dei migranti in una lotta comune.

Lo diciamo chiaramente: il regime dei confini non è solo un problema dei migranti, ma colpisce tutti noi.

Attraverso la mobilità i migranti rifiutano sia la guerra sia lo sfruttamento, e sfidano le misure di austerity, la precarizzazione e il razzismo istituzionale.

La distinzione tra migranti economici, rifugiati legittimi e illegittimi è uno strumento potente usato per produrre frammentazione e indebolire la solidarietà.

Oggi tutti coloro che vivono in Europa stanno facendo esperienza di ciò che il lavoro migrante significa: la cittadinanza non garantisce più diritti sociali, avere un lavoro, non garantisce più un salario decente, il lavoro non garantisce una vita migliore.

Questo rende le lotte intorno al lavoro migrante politicamente centrali per tutti.

Se vogliamo porre fine a questo stato di emergenza, dobbiamo trasformare l’incredibile solidarietà sollevata dai movimenti dei migranti in tutta Europa negli ultimi mesi, in connessioni politiche concrete tra diverse condizioni di lavoro e di vita.
Dobbiamo riconoscere che le politiche di accoglienza riguardano la casa, i salari e il reddito di tutti i lavoratori.

Il primo passo in questa direzione è di essere ora dalla parte dei migranti per combattere le divisioni nei luoghi di lavoro e contro quelle leggi che, in tutta Europa, rafforzano questo sfruttamento e indeboliscono tutti noi.

Per queste ragioni, facciamo appello a tutti i lavoratori e le lavoratrici precarie, ai migranti e ai rifugiati, agli attivisti, ai collettivi e ai sindacati affinché rendano il 1° Marzo 2016 una giornata di azioni decentralizzate e coordinate, con l’obiettivo di interrompere la produzione e la riproduzione dello stato di emergenza, delle «paure», dell’indifferenza e del razzismo.

Che il 1° Marzo sia il giorno in cui prendiamo una posizione chiara contro il governo della mobilità che produce precarietà per tutti. Che sia un giorno in cui esprimiamo rivendicazioni comuni.
Creando un fronte sociale ampio, possiamo avere la forza di combattere per i nostri diritti.

Dall’appello : #24hwithoutus #1stMarch2016 – Transnational Social Strike Platform