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di Paolo Rausa.

Come ogni anno la Rete delle Scuole senza permesso ha organizzato una festa aperta a tutti con ingresso gratuito, domenica 14 marzo,  dalle 12 alle 18 all’Arci Bellezza di Milano. L’idea della festa è duplice: aprirsi alla città e far conoscere la realtà di queste scuole – senza permesso perché non è richiesto alcun attestato che comprovi il possesso di titoli di soggiorno, nel senso che basta  dimostrare la volontà di imparare! -, ormai divenute  una grande realtà sociale e didattica, alla cittadinanza. La stessa idea di “rete” è maturata nel 2005 – ci dice Fabio Mantegazza, uno dei fondatori e responsabile della Scuola di Rogoredo – quando le realtà erano meno di dieci. Oggi possiamo constatare il fatto che quasi ogni quartiere di Milano ha una sua scuola senza permesso, accanto magari a quelle regolari – ma queste è difficile che i migranti le frequentino per via degli orari spesso coincidenti con i loro turni di lavoro e soprattutto perché qui non sono ammessi i “sans papier”. In pochi anni le scuole hanno superato il numero di 20 e hanno tipologia e luoghi di aggregazione diverse, la parrocchia, il centro sociale, comitati di quartiere, ecc. Ecco perché è necessario ora passare ad una fase più organizzativa e soprattutto a fare rete per rivendicare il diritto ad esistere e a veder riconosciuto il loro lavoro, che rimane sempre a base volontaria. “Insieme è possibile rivendicare i diritti essenziali della persona (la salute, l’istruzione, la casa, il lavoro, ecc.) e il superamento della condizione di clandestinità, soprattutto da parte di chi ormai soggiorna nel nostro paese da molti anni.” Momenti importanti della presenza in città dei migranti sono questa festa, la rassegna cinematografica all’Arioso, organizzata con il patrocinio del Comune di Milano, il torneo di calcio, le inevitabili manifestazioni quando accadono episodi di razzismo, la solidarietà nei confronti degli espulsi, la rivendicazione della chiusura dei CIE, come quelli di via Corelli, veri e propri lager di stato, ecc. Intanto i tavoli si riempiono di cibi provenienti dalla cucina di tutto il mondo preparati dai migranti, che sono accorsi numerosi per stare insieme e ascoltare i ritmi e i suoni delle canzoni di ogni angolo della terra. “La disponibilità della Filef che ha ospitato la festa e l’Arci Bellezza che, in una giornata decisamente primaverile, ha messo a disposizione gli spazi esterni hanno aiutato a far trascorrere ai presenti (circa 100/150) una domenica differente, calda, piena – aggiunge Paolo Inturri, altro componente del Comitato organizzatore e membro della Rete. L’evento si è svolto in due fasi: prima all’esterno per consumare i cibi e poi all’interno dei locali  per assistere alle performance dei vari artisti, fra cui i balli etnici ispirati alla danza del ventre (ovviamente con i ragazzi arabi andati in visibilio!). Una festa così apprezzata dai cittadini che anche l’Amministrazione Comunale ha fatto calare uno dei suoi pezzi da 90,  Pierfrancesco Majorino, assessore ai servizi sociali e alla cultura della salute.

San Giuliano Milanese, 16 aprile  2013