ProgrammaDDAY2023

Il Darwin Day 2023 è dedicato al ruolo dei colori nel mondo naturale e agli adattamenti anatomici e fisiologici che permettono agli animali di tradurre le informazioni provenienti dall’ambiente sotto forma di luce. Si parlerà anche del colore della pelle umana tra evoluzione e scienze umane e delle prospettive tecnologiche per l’ampliamento degli orizzonti sensoriali negli esseri umani. Iniziative aperte a tutti !
Segnaliamo in particolare la serata di GIOVEDI’ 9 FEBBRAIO ore 21 la conferenza di Cristina Muccioli  Accademia di Brera, Milano

Color carne
Ancora oggi capita, a chi acquista collant, di sentirsi proporre nella rutilante offerta della moda, un ‘color carne’, neutro e quindi facilmente abbinabile a tutto. Siamo certi che sia ‘neutro’? Alla carne di chi, specificamente, si fa riferimento? A quella delle donne dalla pigmentazione epidermica chiara, che ancora, insieme con gli uomini, vengono ascritte alla “white race”, alla “razza bianca”. Sino a pochi anni fa, l’industria della moda e quella cosmetica hanno prodotto e pubblicizzato massimamente abiti, accessori e trucchi pensati per chi ha la pelle chiara. Sembrano dettagli frivoli, invece testimoniano il comune sentire, l’invisibile pensare che orienta e marginalizza, segrega e disprezza, sentenzia ed esclude. Il mite ‘color carne’ non è stato, e non è, che una sottile elegia del colore bianco culturalmente inteso, perché a essere precisi i bianchi sono rosa e beige, in una gamma di sfumature che Angelica Dass, artista brasiliana contemporanea, ha mostrato in una collezione di volti e sfondi che corrispondono alla scala cromatica Pantone. Il titolo evocativo di quell’opera è Humanae. Iniziò Charles Darwin a prendere intelligentemente e intuitivamente le distanze dall’esistenza delle razze tra gli umani, pur senza avere la genetica dalla sua a fornirne le prove. Instancabilmente, rigorosamente, continua tra gli altri Nina Jablosnki antropologa e paleobiologa statunitense, a spiegarci come le differenze di pigmentazione abbiano risposto evolutivamente a pressioni ambientali precise, e non servano a indicare alcuna differenza sostanziale tra gli umani, con esiti ancora poco impattanti non certo nella comunità scientifica, ma in quella culturale, politica, sociale. Occorre che la scienza faccia discorso comune, non condiviso tra soli specialisti, ma divulgato e sentito come antidoto al razzismo, all’odio, alla discriminazione, alle sue false palettes di colori che ancora distinguono in bianco igienico, puro, fresco, pulito, e lavoro nero, giornate nere, ricatti (blackmail), pagamenti in nero. O torneremo ai tempi di Calimero, il pulcino sfortunato perché nero, salvato dal detersivo sbiancante.

22:00: Domande & Risposte

Moderatore: Salvo Bordonaro, Centro Filippo Buonarroti